Dalla parte delle mamme

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Dalla parte delle mamme

Fin dall’inizio è un’esperienza coinvolgente, ricca di meraviglie ma, anche di fatiche …!
Essere madri, oltre che padri, significa albergare dubbi, più che certezze…
Mettersi nei panni dei propri bambini richiede un impegno considerevole.
E talvolta non è sufficiente a fronteggiare momenti delicati e difficili.
Se in quei momenti  ci si rivolge ad un esperto lo si fa per trovare un aiuto in qualcuno che lo sappia porgere attraverso una modalità di calore e accoglienza.
Una  madre, per riporre fiducia nello specialista e poter collaborare, vuole essere capita, non giudicata, sostenuta non biasimata per i suoi eventuali errori.
Si, perché quando sarà a casa col suo bambino, per far fronte alle difficoltà incontrate, dovrà appellarsi a tutte le sue forze, alla propria autostima e credere nel fatto di riuscire a gestire da sola proprio quelle situazioni che si legano ad un disagio, che generano  stress .
Una madre potrà aver affrontato scorrettamente un problema, magari per inesperienza, per stanchezza e/o insonnia, per surmenage ovvero sovraccarico, ma qual è la madre che non si sbaglia mai?
Proteggere una madre è il primo obiettivo per proteggere  il suo bambino.
Guidarla, rincuorarla sul suo operato aiutandola a crescere insieme a lui deve essere il primo e fondamentale punto di partenza se si vuole porgere un concreto aiuto  alla coppia madre- bambino…al nucleo famigliare intero.
Le risorse sono lì, con l’ausilio di un professionista si può forgiare un  cammino grazie ad una relazione ove transiti non solo un sapere, ma anche e soprattutto la fiducia e  l’empatia, uniche nel sorreggere le scelte amorevoli di una madre ed ad orientarla nel superamento dei sensi di inadeguatezza/colpa approdando all’assunzione di responsabilità.

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Liberi dal passato

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Liberi dal passato

La vita è una strada sterrata e polverosa, con pietre aguzze…noi a percorrerla a piedi scalzi, il più delle volte, correndo…ferendoci…
Poi però ai suoi margini si possono scorgere all’improvviso siepi con piccole fragole selvatiche, more, gelsi e lamponi: che ne sarebbe del nostro viaggio se non ci fermassimo a godere di ciò che di bello la vita ci offre in dono, come proseguire, senza assaporare le inaspettate gioie che dispone sul nostro cammino per alleviarci dalle fatiche?
Eppure talvolta le troppe spine  dolgono ancora e la mano non osa più accostarsi alla siepe.
Talvolta antichi dispiaceri, ricordi di fatti lontani sembrano ancora così vividi, come appena accaduti ed il dolore ad essi legato, sordo e pungente.
Spesso si rinuncia a godere della vita per non incorrere in ulteriori sofferenze.
Ma sciogliere questi blocchi e memorie traumatiche è ormai possibile, grazie ad una tecnica terapeutica, nota come EMDR ovvero Riposizionamento e Desensibilizzazione del Ricordo Traumatico tramite Movimenti Oculari o, nel caso di persone con disturbi oftalmici, anche tramite Tapping (tamburellamento).
Liberarsi dal passato e lasciare scorrere le emozioni si può. Riattivare energie spese ad evitare anziché ad andare incontro, a trattenere il respiro invece che ad abbandonarvisi, significa risvegliare vitalità, speranza e ritrovare entusiasmo, nel quotidiano le dinamo per essere in contatto con Sé stessi.

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Kintsugi, l’arte delle preziose cicatrici

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Kintsugi, l'arte delle preziose cicatrici

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempendo la spaccatura con dell’oro.
Credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia diventi più bello.
Il lavoro di elaborazione delle ferite nell’anima altro non è che questo…
‘Rimettere insieme i cocci della propria vita’ non si limita ad un’operazione di mero assemblaggio…
È l’occasione rara di riscrivere la propria storia, rivisitarla, tesaurizzandone i vissuti.
Non si tratta di uno scavo archeologico come una lettura scarsamente approfondita di Freud ha lasciato supporre in molti.
Bensì di riabilitare e dar vita a parti rimaste sepolte e inutilizzate, restituendo valore all’essere.
A volte le persone temono di perdere irrimediabilmente parti di sé, parti di cui si vergognano perché rimaste ‘piccole’ in quanto fragili…spesso ferite…
Ecco allora che l’elaborare diviene mezzo di evoluzione non di eliminazione…creando una sutura dorata che non butta, non scarta, ma accoglie, apprezza, ed ama.

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